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DEF: il Governo confida nella flessibilità dell’UE?

lentepubblica.it • 17 Settembre 2015

deflazioneIn Consiglio dei ministri l’esame del Documento di economia e finanza. Padoan esclude rialzi del deficit verso la soglia limite Ue del 3% del Pil. Per la manovra espansiva da 27 miliardi che il governo ha in mente sarà cruciale il via libera della ue ad una maggiore flessibilità.

 

Def in dirittura d’arrivo: il documento con le previsioni macro che faranno da perimetro per gli interventi della Legge di Stabilità approderà  in Consiglio dei ministri. “Confermo che la Nota di aggiornamento al Def sarà esaminata e discussa dal Governo questo venerdì per essere trasmessa al Parlamento”, ha annunciato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante il Question Time alla Camera, escludendo rialzi del deficit verso la soglia limite Ue del 3% del pil. Un impegno, quello sull’indebitamento netto, che il governo rispetterà le che oggi appare anche più facile da centrare grazie all’atteso rialzo delle stime di crescita da +0,7% di aprile a +0,9% nel 2015, con tanto di effetto trascinamento anche sul 2016, da +1,4% ad almeno +1,6%.

 

E dovrebbe arrivare anche un calo del rapporto deficit-pil, ma su questo parametro inciderà un’inflazione inferiore alle aspettative. Di certo “non c’è nessuna intenzione del governo di far crescere il deficit e farlo veleggiare verso il 3%, l’indebitamento si attesterà al 2,6% quest’anno e scenderà negli anni successivi”, garantisce il titolare di via XX settembre rispondendo ad un’interrogazione scritta del capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta. Cruciale per la manovra espansiva da 27 miliardi che il governo ha in mente sarà il via libera ad una maggiore flessibilità Ue che permetterebbe di ‘stirare’ il deficit per il 2016 al massimo fino al 2,2% del pil, contro l’atteso 1,8% previsto ad aprile. Il governo ha già richiesto e ottenuto dalla Commissione europea una validazione della clausola sulle riforme strutturali che è pari allo 0,4% del pil e non ha ancora utilizzato i margini previsti dalla clausola per gli investimenti”, ricorda il ministro.

 

Il governo, insiste, “sta valutando il modo più efficace per ottenere ulteriori margini di flessibilità previsti dalle regole europee sia in termini di sforzi previsti dalle riforme sia in termini di contributi agi investimenti”. Maggiore flessibilità per il 2016 dunque complessivamente pari allo  0,4% del pil (0,1% dalle riforme e possibilmente uno 0,3% dalla clausola per investimenti) che associata alla migliorata crescita regalerebbe un nuovo ‘ tesoretto’ da 10 miliardi per il 2016. Risorse che contribuiranno alle coperture della prima tranche di misure della rivoluzione fiscale triennale annunciata dal premier Matteo Renzi: azzeramento Tasi sulla prima casa, Imu agricola e sugli impianti imbullonati.

 

Ma tra le altre misure in cantiere per la Legge di stabilità da presentare entro il 15 ottobre, tra le altre anche la proroga delle decontribuzioni sui neoassunti, misure anti-povertà e ilpiano per il Sud per una manovra espansiva che ammonterebbe complessivamente a 27 miliardi La Legge di Stabilità “faciliterà l’ulteriore definitiva uscita da unafase prolungata di recessione e quindi non semplicemente un’ uscita ciclica ma un’ uscita strutturale che richiede appropriati sforzi”, assicura Padoan.

 

E il governo è fiducioso di un via libera Ue alla  flessibilità non fosse altro per la riduzione del disavanzo ben oltre  la linea rossa, in un panorama europeo dove altri ‘ big’ Ue, nella  fattispecie la Francia, certo non brillano per il rigore sul deficit. Il ministro si è inoltre soffermato sulle linee-guida del governo per  il Mezzogiorno: accelerare sull’utilizzo dei fondi Ue residui della  programmazione 2007-13 e utilizzare tempestivamente quelli della nuova programmazione 2014-20; investimenti pubblici per aumentare qualità e quantità del capitale infrastrutturale e non infrastrutturale del sud; un’azione strutturale per la convergenza ed efficacia delle politiche ordinarie; un’azione selettiva di politica industriale per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese innovative esistenti e un  eventuale pacchetto di incentivi fiscali per sostenere lo sviluppo  delle imprese e gli investimenti al Sud.

Fonte: Confcommercio
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